Ieri ho ascoltato per la prima volta Hello, l’ultimo singolo di Adele.
Beh mi sono sentita veramente una brutta persona:
blog e blog, fiumi di parole di lamentele e seghe mentali, poi – pensandoci bene – nemmeno mettendo assieme tutti i miei peggiori momenti causati da:
ex
lutti
accessi al pronto soccorso
momenti in cui medici incompetenti mi comunicavano diagnosi assurdamente gravi
funerali – nella top five quello di Silente
tributi a Robin Williams – emotivamente sfiancanti
tributi a Rei – maledetto Raoul
Papà ho trovato un amico
Big Fish
Dumbo
credo di aver mai provato
manco un quinto
dello struggimento che esce melodioso e terribile dalla gola di ‘sta ragazza.
Non stavo neanche ascoltando il testo che mi sono venuti i lucciconi e desiderio fortissimo di vegetare eternamente sotto spesse coperte e una finestra socchiusa, dentro a una stanza in bianco e nero quando fuori è autunno.
Comunque, prendo il caffè e scrivo a B.
B. è un po’ in para e io odio che sia in para: è il cavaliere dal sorriso scintillante – non credo facciano armature della sua misura – che ogni volta mi fa sbronzare orribilmente, mi fa piangere tre ore ma ridere almeno quattro e ha frequenti problemi di cuore ma no come me che ieri andavo in giro con Holter e stampella – parevo travestita da sanitaria – e casco a pezzi: lui ha questioni di sentimenti e insomma, negli anni direi che i suoi ne hanno passate abbastanza.
Io ieri l’altro ho mandato una mail pippone lunga e articolata a P dove gli spiegavo perché
nonostante tutto questo tempo
e il fatto che formalmente ci siamo lasciati lo scorso febbraio
ancora non riesca ad avere un rapporto pacifico e neutro con lui, che – in sostanza – mi dice da ere “Il momento è passato, non mi piaci nemmeno più” poi vuole che mi comporti da pseudomorosa a chiamata.
La
bella
figa.
Comunque, gli ho scritto cercando di non risultare troppo pesante, secca e antipatica – probabilmente con scarsissimi risultati – e lui
dopo che ci avevo impiegato tutto il tempo di bus per andare e tornare dal cardiologo
e anche un po’ di più
e i mal di pancia continui che mi provoca da ere
mi
ha
risposto
“Ok”.
E ora – secondo lui – devo anche implorarlo per sapere cosa ne pensa.
Beh zà.
Son sei mesi che mi dice più o meno che gli faccio schifo e altrettanti che regolarmente cerca di spalmarmisi addosso.
Ma vaffanculo.
Allora io e B. ci stavamo lamentando delle reciproche storie
anche se i nostri ruoli sono abbastanza invertiti.
quindi
io metto a disposizione la mia infinita saggezza basata sul principio del “Chi non può fare, insegna“, appresa da anni di telefilm, romanzi melensi e cartoni animati per la prima infanzia con master presso la sede “Culo degli altri”
e lui si legge il mio pippone – che adesso gli inoltro, in uno screen non ci stava – poi mi sgriderà.
Almeno lui – quando era il destinatario effettivo di pipponi – mi ha sempre dato soddisfazione.
Comunque, che uno riconosca quando è il momento o quando no, possiamo tutti star tranquilli:
prima o poi degli stronzi ci si deve liberare.
Dita incrociate, ma non culo stretto.