La cosa che preferisco di avere un blog, è che qualcuno mi legga.
Mi sono chiesta, negli anni (caz, ormai parecchi) in cui – sempre priva della minima continuità – ho scritto, perché ci si debba sentire gratificati dalle visite degli sconosciuti.
Non ne ho idea: c’è chi ha il feticismo dei piedi, io ho quello dei…passi?
Le tracce grigine nei contatori sono i miei preferiti.
Anche perché non pubblico nei miei profili social nominali, quello che scrivo qui. Sì, ho amici che sanno del mio (dei miei) blog, che leggono le cose che scrivo ma ovviamente sono quelli a cui frega meno. So che qualcuno dei miei conoscenti leggerebbe, ma a me così non piace: poi ne vogliono parlare.
Ora, a meno che uno non scriva saggi tematici o articoli di giornale, generalmente al blogghino personale la gente si limita a fare non critiche ma complimenti. Difficile trovare qualcuno che dica su a come hai reso un ricordo o un pensiero (cazzonesanno?).
Insomma, io non so prendere i complimenti verbali. Come i calci troppo alti.
La mia reazione tipica è un atono “Oh, grazie…”, come se la frase dovesse continuare con “…scusa chi è che sei tu?”
E – ovviamente – annessa gran faccia da culo: im-mo-ta. Se fossi una spia e venissi catturata, non so come reagirei al poliziotto cattivo, ma quello buono si metterebbe a piangere. Non faccio apposta, le cose carine dal vivo, sono il mio tasto di spegnimento.
Quando sono sola, se ricevo un messaggio o un commento carino, rido. Saltello. A volte – giuro – applaudo. Forse è per questo che mi piace tanto: mi viene meglio sentirmi felice.
Dal vivo mi sgridano, perché non mi mostro contenta. Le persone che ho attorno non si sentono apprezzate, perché non credono alle parole senza tutto il contorno. In rete – finalmente – bastano le parole.
E, qualcuno che mi legge, ne fa parte.
Mi piacciono i commenti – un sacco, ricordo i primi nel primo blog, che figata! – ma già mi fa contenta vedere che qualcuno passa. Nella fattispecie, una cosa che mi dà grandissima soddisfazione, è avere un numero basso di visite rispetto alle visualizzazioni. Che qualcuno imbrocchi nel blog mi gasa, ma che rimanga a leggere è il top!
(Poi però, se vedo che ruma troppo indietro, mi viene l’ansia).
Mi piace questa impersonalità materiale che però può rigirarsi in un cameratismo digitale basato su quello che qualcuno ha voglia di dire. Vero (Pontad…etc.86): chi scrive non è tutto contenuto nelle parole, ma neanche tutto contenuto nella stanza in cui si trova il suo (grosso) culo, o tra le persone con cui chiacchiera, nelle strade dove pedala.
Ho sempre amato isolarmi nei libri, internet per me è un gigantesco libro interattivo dove tutti si è personaggi. E – volendo – anche autori, di storie che fuori non si possono fare. Senza fantasmi di passaggio, varrebbe meno la pena di stare qui a sproloquiare.