Lesbodrama – Mica ho finito, anzi: è solo l’inizio

Tempo fa, notavo in una delle compagnie che ogni tanto frequento, un certo tumulto.
Poteva essere tutto, poteva essere niente: se non mi concentro con ogni fibra del mio cervello, riesco tranquillamente a non accorgermi di robe che succedono praticamente sotto i miei occhi.

“Come non sapevi che fossero insieme? Ma se hanno passato tutta la serata del giro dei bar a limonarti attaccato!”

Vabé, saranno state alle mie spalle, dove non sono fornita di occhi.
In ogni caso, tendo al rincoglionito spinto
quindi
se persino io giunsi a rendermi conto che, sul finire di quell’estate, qualcosa non andava, significava che l’umanità stava sfiorando l’orlo dell’abis c’era un bisticcio peso in corso.

Preambolo: le due, al tempo del limone, erano ragazze che conoscevo poco, parte di una compagnia che ho frequentato trasversalmente a singhiozzo, negli anni. E proprio in quel periodo si stavano mettendo insieme.
La compagnia era piuttosto eterogenea e da baracca: ventenni carichi duri, in eterno trottolo tra tanti luoghi e regolarmente di ritorno a casa, personaggi stanziali ma solo in senso domiciliare, peri-trentenni con risvegli post-serata più difficili di altri. Tra i peri-trentenni come me, c’era anche Balli.

Per un paio d’anni, io e Balli ci siamo frequentate regolarmente.
Balli era una danzatrice con simpatie esoteriche – stronzate che io ho sempre detestato – ma a parte queste incongruenze, avevamo molte cose di cui chiacchierare, durante lunghi caffè esistenziali per le vie della città. Del resto, lei ha sempre avuto quel suo sapore mediorientale, e le boiate che riguardano energieincenso, tutto sommato le donavano, come fossero un’altra delle sue cavigliere tintinnanti.
Balli nutriva una certa antipatia per le lesbiche: trovava ormai fosse diventata una moda, aderire al profilo. Che aveva allontanato da lei una cara amica, Editta.

“Prima che si mettessero insieme ci vedevamo sempre, poi con il fatto che sua morosa ce l’ha con me, ormai non so neanche se sia viva o no. E se le va di uscire, dobbiamo sempre stare con anche tutte le altre, sembra sia diventato impossibile parlare io e lei”

A Balli dispiaceva, ma cercava di farsene una ragione. Probabilmente Editta era solo nella fase in cui, da poco innamorate, le coppie non riescono a scollarsi per più di cinque minuti; invece Balli, che aveva il moroso da qualche anno, ormai si sentiva più assestata. Ad ogni modo, avanti nei mesi, i rapporti tra loro ripresero ad avere l’intimità delle grandi amiche che si ritrovano dopo la lontananza.
Balli ha continuato a pensare che diventare lesbiche fosse una stupida moda, ma forse meno irritante dei pantaloni a zampa d’elefante.

Secondo me, più che una moda, si trattava di una strada che in un contesto amichevole, in più persone si sono sentite abbastanza a proprio agio da sperimentare. Sia per quelle che hanno proseguito, che per quelle che non lo hanno fatto, è stata un’esperienza che ha plasmato la propria personalità. Credo in meglio. Come disse una volta Editta:

Mi sono innamorata di una persona, è capitato che fosse femmina.

E questo è un tipo d’apertura che, nonostante io mi stupisca di non trovare dappertutto, hanno davvero in pochi.

Comunque, a parte pochi dettagli, le lesbiche sono insopportabili.

[Continua…]

15 pensieri su “Lesbodrama – Mica ho finito, anzi: è solo l’inizio

  1. What about those phohosprous devices that GI's used to destroy Nazi artillery in WWII? Intense heat (enough to warp the tempered breach of an 88-mm gun), no direct flame, and impossible to extinguish. Neat!

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