Il video

Nonostante (com’è ovvio che sia) lo abbiano visto in pochi, esattamente come al bar, già tirare fuori il discorso solleva un sacco di osservazioni interessanti

metà delle quali erano già arrivate con il mini prologo nelle storie dei social (tipo Instagram)

quindi, se avete voglia di dire qualcosa a riguardo (su rivolgersi alla psichiatria, alla psicoterapia e quelle cose lì)

sarei molto curiosa di leggere.

Il video è questo qui:

https://youtu.be/fwfjabTMDDM

ma non è necessario che lo guardiate per dire la vostra.

Spalla a spalla

Se Alck non ha apprezzato il senso d’inatteso della sorpresa di compleanno (comunque non un gran compleanno in partenza, date le circostanze)

ha allegramente accolto il programma aperto di ieri, che era partito come “Passa un mio amico sulle 16.00” ed è finito alle 23.40 con un gioco di società (ma quasi di ruolo) molto anni ’80 e quattro bimboni attorno a un tavolo che si litigavano in dialetto i “punti magia“.

“Ti sei offesa perché ieri si sono fermati a sorpresa?”

No, anzi: sono stata molto contenta dell’occasione (durante metà della quale, mi sono fatta una barca di sereni cazzi miei)

ma continuare a sentirsi chiedere: “Maseiarrabbiataperieri?” senza motivo alcuno, alla lunga fa un po’ unghie sulla retina.

Mettiamola così: ho vinto una carta “senso di colpa” completamente gratis. Non male.

In tutto questo, ho fatto un tentativo di video – come dicevo tempo fa – che non mi soddisfa, ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

Adesso sono arenata sul divano, spalla a spalla con Alck, il quale – dopo aver sentito una mazurca passare per tv – mi racconta tutto carico delle passate feste di paese, rendendomi impossibile riuscire ad articolare qualcosa di più.

Video qui (credo)

(Questo è solo un gadget che mi gasa, portato da un amico si Alck che vive all’estero

e sembra di fumarsi una bancarella di souvenir indiani finti e improbabili, di quelle dove si comprano le cose da freak)

Ecco com’è andata

“Malissimo” non sarebbe una risposta completa.

È andata che ci siamo preparati per uscire, per il fantomatico “aperitivo per salutare bla bla bla” e Alck era inaspettatamente bendisposto all’idea, infatti si è provato quattro possibili combinazioni degli stessi sei indumenti (decidendo infine per la felpa che usavo come pigiama da tre giorni) e, quando alcuni dei suoi amici storici hanno suonato al campanello con un allegro “SORPREEESA!”

lui si è affacciato serissimo alla finestra e ha emesso un tranciante: “Io sto uscendo”.

Al mio sorridente: “Non stiamo uscendo”, è rimasto interdetto e poi spaesato

e non mi ha guardata né parlato per la successiva ora e mezza.

Poi, piano piano, si è sciolto ed è andata meglio.

Ha chiacchierato, riso, bevuto qualcosa, mangiato la torta triste e ad un certo punto si vedeva che stava bene.

A fine serata era stanchissimo (per un barista, una settimana con più festività che feriali, è la vera Via Crucis) e abbastanza bendisposto.

Che Alck non fosse un amante delle sorprese era facilmente intuibile, diciamo che speravo l’effetto fosse meno traumatico, trattandosi dei suoi amici di sempre.

Alla fine, il giorno successivo era davvero di buonumore, non so se perché più contento a posteriori di aver ricevuto una sorpresa, rispetto a quando la sorpresa era in corso

o se ha ragionato sul fatto che, almeno per un po’, la minaccia dell’ignoto può dirsi lontana.

Vediamo oggi come andrà

Dopo un maturissimo sbrocco domenicale, per stasera è in programma un aperitivo improvvisato tre giorni fa, con aggiunta di un pugno di amici e un regalo e una torta (dall’aspetto poco convinto)

Che Alck sappia, è cavallerescamente invitato ad accompagnarmi a questo “ritrovo per salutare un tizio che è stato via alcuni anni, tu mi servi come scusa per andare via presto”.

Non avrebbe nemmeno senso chiamarla “Bugia a fin di bene”: è successo mille volte e di solito non mi palesavo proprio. Insomma, è una semicit.

Il clima ostile ha deciso, tra le due possibilità ventilate, che tra un paio d’ore ci sarà un blitz a casa di Alck, anziché un aperitivo nel circolo arci qui vicino.

Magari la torta fa schifo, ma almeno suscita solidarietà.

Ferite

Prima della terapia, quando qualcosa mi faceva stare male, il possibile esito variava tra due opzioni abbastanza scontate (parlando di un cranio shackerato in partenza):

epica depressione

distacco assoluto

due pezzi di personalità che prima prevalevano in modo schiacciante (contentissimi tutti i miei ex infatti).

Adesso, un colpo ben assestato mi fa democraticamente rimbalzare tra i miei frammenti separati alla velocità della pallina in un flipper.

Per Alck è il primo compleanno senza suo padre e un paio di ore fa mi ha chiamata, per dirmi di non passare a salutarlo, che era preso male, etc.

Lo avevo messo in conto, ma avrei preferito non fosse successo: l’innesco era in trazione da giorni. Forse settimane. Ci è voluto un secondo, perché schizzasse ai mille all’ora.

Ovviamente ha il diritto di stare male.

Sì però io non sono un conforto a tiramento di culo.

Che gesto è dirmelo mezz’ora prima, di non andare?

Prima era a lavorare.

Potevi fare a meno di fargli due torte e andare al mare con il resto della tua famiglia anziché restare sola a casa.

Eh, poi metti che avesse avuto bisogno di una spalla?

Comunque, niente di tutto questo te lo ha chiesto lui.

Certo, lui non chiede un cazzo, si limita a diventare insopportabile quando gli va.

Dì la verità: è tutta una scusa per sclerare, dato che le Feste ti scompensano forte.

Possibile, però vaffanculo: se non lo vedo è uguale.

Non è che sia uguale, è che appena non vedi qualcuno per alcuni giorni, vai in palla

Una mia grande, odiosa, caratteristica è che basta una settimana senza vedere qualcuno, e “con te bisogna sempre ricominciare da capo”. Una cosa che mi sono sentita ripetere in numerose varianti.

Basta qualche giorno di separazione che per me si retrocede nel grado di confidenza. E Alck ora non lavora più nel mio paese e lo vedo molto meno ed è come se la confidenza accumulata evaporasse ogni giorno in cui non lo incontro, anche solo dieci minuti.

Questa cosa non l’avevo messa in conto e so che lui non la capisce: ho già provato a spiegargliela. Del resto, non la capisco troppo nemmeno io.

Se tu sei sciroccata, non è che sia colpa sua

No, ma non è che posso cambiarmi

Non sei solo in grado di rassegnarti a non essere più un’adolescente e ti comporti come tale.

Non puoi stare tranquilla e fare quello che vuoi fare, senza pensarci?

E questa cosa che almeno metà di te non sente niente per lui?

Bella forza: metà di te non sente proprio. La prima cosa che ti ha detto Zack è che hai una parte distaccata enorme.

Appunto: se sono fatta per essere distaccata, perché cercarsi rogne interpersonali?

Perché non sei solo distaccata.

Sentite, la smettete di discutere del nulla? Per questo psicodramma hai lasciato ribaltata la cucina che ti eri detta di pulire e una scena da finire di scrivere a metà.

Sono due ore che flipper non si ferma.

Sono molto stanca.