Mi sento strana.
A parte qualche rogna prettamente fisica di cui – stavolta – dovrei venire a capo senza diventare cretina rincorrendo specialisti
(e che potrebbe essere qualcosa di dall’estremamente insulso all’estremamente orribile, ah!, che gioia essere testata da uno specialista della materia che stai studiando per il prossimo esame)
mi sento rimbalzare da uno stato all’altro – da una personalità all’altra – ogni dieci minuti, nell’ultimo mesetto.
Gestibile eh, niente di drammatico: penso una cosa e sei varianti del contrario al secondo, con un esito regolarmente indifferente.
È così, potrebbe essere colà, comì, più o meno suppergiù, quindi? Quindi sticazzi.
Ma queste palline sempre in moto che collidono tra loro senza causare grossi danni, non li ho solo io, vero?
La mia amica Lù dice che lei non riuscirebbe a pensare costantemente (di recente ho provato a dirle ad alta voce le cose che mi passavano per la testa mentre l’ascoltavo, che neanche sono tutte perché posso pensare due cose insieme ma non vocalizzarle). Le ho risposto che lei ha una vita certamente più indaffarata della mia, con bambini e un ménage impegnativo. Mi ha risposto che non pensava così tanto neanche quando il massimo che doveva organizzare era andare a ballare nel weekend.
Alck nemmeno pensa come penso io.
Ho bisogno di conoscere persone nuove. Non perché non sia contenta di quelle che ho nella mia vita, bensì per la riduzione di interazioni che ho impostato poco prima della terapia.
Anni fa, quando ero io la pallina incontrollata che sbatteva nelle pareti del mio cranio, mi distraevo saltando da una persona all’altra, da una curiosità all’altra, da un’interpretazione all’altra. Mi manca il gioco di inquadrare le persone. Quindi tornerò a farlo, un po’.
È l’unica cosa che mi ha sempre interessata abbastanza da sedare il disordine dei miei pensieri.
Dato che mi ci vorrà qualche giorno per l’aperitivo abbozzato con una persona nuova, se vi va, ditemi un po’ cosa vi passa disordinatamente per la testa.