I maschi sono strani

“E poi… e poi.. tu non volevi baciarmi davanti ai Gobbi!”

P cinque settimane fa riguardo alla mia riluttanza verso le effusioni in pubblico di fronte al solito bar dopo circa due settimane di messaggi nel novembre 2014, incontrovertibile argomento a favore della sua tesi: non-so-forse-non-è-così-pensa-quello-che-ti-pare-non-è-che-non-abbia-sentimenti-per-te-sei-come-mia-madre etc. (Testuale)

“Il “disagio” deriva solo in piccola parte da ciò; deriva poi in gran parte da come ti sei comportata con me nel periodo 2008-2011 e dall’impossibilità oggettiva di vivere qualsivoglia rapporto “normale” tra me e te (lo dò come dato di fatto, non sto dando la colpa a nessuno)” (Copia-incollato)

M. quattro giorni fa, palesando come sia arbitraria la connotazione che negli anni acquisiscono i ricordi – pensare che mi pareva lo stronzo fosse lui 2015 compreso – e confermando di appartenere alla tribù dei Tu Non Me La Conti Giusta, manica di imbecilli che pur di non consumare la quantità di realismo a loro disposizione, se la prendono con te.

“Sono arrabbiato con Morosetta perché dovevamo andare alla Coop e aveva detto che sarebbe venuta a prendermi alle 19.10, allora alle 19.20 l’ho chiamata e lei ha detto che non avevo confermato e che sarebbe arrivata (poi non ha neanche risposto subito) ma io le ho detto che poteva fare a meno a quel punto;
quindi mi sono fatto la strada a piedi sotto alla pioggia e lei è arrivata al supermercato, le ho detto di uscire dal mio campo visivo altrimenti avrebbe solo peggiorato la situazione, lei è rimasta.
E lo sapeva che dovevo fare la pastafrolla per il pasticcio di maccheroni – piatto forte della cena del mio compleanno al quale ha perso il diritto a partecipare – e che la frolla deve stare in frigo almeno 12 ore.
Poi aveva detto 19.10, un orario troppo specifico per dimenticarsi e in seguito asserire che non era sicura ci fossimo messi d’accordo definitivamente” (fedele riassunto) 

Coinquilino En sul bisticcio che lo ha reso muto una sera, intrattabile per le 18 ore successive e di umore altalenante oggi.
Morosetta – bandita dal compleanno di ieri – oggi è venuta “a prendere la sua roba” e “ha solo peggiorato la situazione, perché ora mi serviranno altri due giorni per sbollire”

seriamente

Ucciderò un coinquilino

A dicembre ho traslocato.
Ormai cambio casa più frequentemente di quanto cambi blog
molto, più frequentemente.

Ora abito in una zona residenziale un po’ fuori dal centro con due ragazzi: un omonimo laureato in medicina che in attesa del test di specialità sostituisce dottori, fa definizione in palestra e nel tempo libero amministra una città immaginaria sul suo smartphone e uno studente fuori corso come me, del mio stesso anno di iscrizione.

Ho scelto questo posto prevalentemente perché il secondo lo conoscevo già: persona adorabile E., gentile, disponibile ai limiti dell’imbarazzante, sempre allegro e sorridente, molto bello, fissato con i lego e altre cose da pseudo-nerd che non ricordo come si chiamino, canta, saltella, si veste come mio nonno e come mia nonna nutre un amore viscerale per la Coop.
Non conoscevo l’entità della cosa però.
Adora anche seguire le vicessitudini – che volente o nolente subirebbe comunque – con P. che conosceva già e che ora oltretutto è un vicino di casa
(giuro – lo giuro – quando ho dato l’ok a venire qui, non ne avevo idea)
mi fa compagnia mentre fumo anche se non fuma, qualunque cosa gli chieda mi dà risposta affermativa, si produce in balletti insieme all’altro per celebrare con gioia quelli che a loro avviso sono eventi ballabili e succosi.
Almeno F. sta poco in casa.

Ieri ennesima puntata di scemodramma con P. e come premio è stata allestita in corridoio a una performance off-Broadway che deve aver nuclearizzato qualunque ormone nel raggio di ere geologiche.

Anche sua adorabile morosa glielo dice sempre: “Te sei fortunato che sei bello” perché effettivamente sentir cantare e ballare la colonna sonora del film dei Lego e – in rapida sequenza – la sigla de I Cavalieri dello Zodiaco con tanto di mosse giappofile, alla terza replica renderebbe inchiavabile persino il sogno erotico più inconfessato.

E niente.
Io lo ammazzo.

Di nomi, di storte e altre sciocchezze

Da anni vivo nella città sede della mia università, a tempo perso: per lo più in lavoretti di merda e pessime idee e fino a qualche giorno fa avevo sempre abitato in centro.

Ora che mi trasferisco in culonia, a seguito di due mesi in cui l’unica cosa a cadere dal cielo sono stati i santi che ho fatto fuori a suon di madonne, si sono aperte le cataratte del cielo.

Ma va bene così.

Stamattina chiaccheravo con uno dei miei nuovi coinquilini En, logorroico come me e con la stessa attitudine a saltare di palo in frasca e mi ha ricordato una tipa iscritta alla nostra facoltà, tale Sara H;
non ho avuto l’onere di conoscerla ma da quanto scriveva sui gruppi universitari di FB, meglio così.

– Ah te la ricordi Tazza quella tipa! Gli altri sotto al suo post polemico si erano scatenati
– Ma chi, la tipa che come immagine copertina aveva la scritta “GRANDE Y FUERTE ES NUESTRO DIOS”?
– Sì sì lei, di cognome non fa H di suo, è il cognome del marito dominicano. Beh insomma hanno un figlio e lui penso che ne abbia altri sparsi per il mondo. Quello che hanno loro due insieme vuoi sapere  come si chiama?
– No
– Sicura..?
– Ok, sì
INRI

– Eh?
– INRI
– Ma come la sigla..?
– Sì

Ora
– non mi rivolgo direttamente a questa mentecatta di Sara H in parte perché non penso legga questo blog ma soprattutto perché sono certa sia un’imbecille, quindi parlo in generale –

fare figli è un’affare serio
le vostre velleità di merda
credenze irragionevoli
conoscenze certe – perché un fisico che chiamasse il figlio Neutrone mi starebbe in culo uguale –

tenetele da parte.

Perché è vero che non è il nome a decidere alcunché
ma se siete così dementi da non fermarvi a pensare che ci sono parole da non affibbiare mai a dei figli per sempre
(breve elenco ispiratore: pisello, Leone, Orso Falco e con buona approssimazione tutto il mondo animale, Giuda, Gesù, Zeus, Voldemort, Orietta, Saponina, Pepsina, Tripsina, Radar, DNA e RNA e spero di aver reso il concetto)
non oso immaginare che genitori dannosi potreste diventare.