Tra le tante becere generalizzazioni dell’animo umano alle quali penso mentre aspetto trascorra l’irragionevole tempo di cottura del mio riso integrale, stavo riflettendo sulle donne.
Tutto pur di non stendere.
Gli esseri umani – come fossero lipidi – sono soggetti a piu criteri di classificazione, non sempre una esclude l’altra (un lipide più essere sia trigliceride che insaturo), a volte sì (un fosfolipide non è un trigliceride, stando alla chimica di terza agraria).
Scusate, è che in questo periodo sto dando ripetizioni.
Una delle classificazioni possibili del genere femminile, che altrove si ritrova sotto altre definizioni, è quella che individua due grandi gruppi: le Donne Piuma e le Donne Masso.
Le Donne Piuma sono – ma dai – le più lievi.
Ridono graziosamente, parlano musicalmente, vestono adorabilmente.
È raro che custodiscano universi interiori. Possono essere ricche di contenuti ma di norma ne possiedono solo l’indice, non diventano gravi se non in brevi periodi di emergenze insulse e ti calano davanti come cadendo dal cielo, leggiadre e svolazzanti.
Specie se attorno c’è calma piatta, perché – si sa – le Donne Piuma seguono un po’ l’aria che tira, indipendentemente dall’origine della brezza: cambio di stagione, tempesta in arrivo o frullar di piselli.
I pro delle Donne Piuma sono immediati e gradevolissimi:
la compagnia garrula ma non petulante
la prospettiva semplice e ottimista
la linearità dei bisogni ai quali il mondo pare non faticare nel soddisfare.
Le Donne Piuma sono spesso una mano santa.
I contro sono altrettanto facili da prevedere: spesso incostanti, per alcuni noiose, tendono ad apparire irreali e transitorie e forse è proprio così la loro natura, passeggera.
Probabilmente a ‘na certa la Donna Piuma s’appesantisce, s’inzuppa, cade. E pure lei diventa pesantina ma finché non accade esisterà sempre la possibilità che – da un giorno all’altro – con lo stesso candore con cui ti ha amato, ti guardi negli occhi dicendoti CIAONE.
E di solito è un CIAONE vero: l’arietta difficilmente restituisce le cose perdute.
Al contrario le Donne Masso, che cagano il cazzo te lo chiariscono – non dico da subito altrimenti sarebbero estinte – entro il primo terzo del film che ci si fa quando si conosce qualcuno di nuovo.
Le Donne Masso possono essere granitiche e inerziali, a moto lento e implacabile sono capaci di arare qualunque cosa gli si piazzi davanti, ma sono una certezza a cui camminare a fianco;
ma possono anche essere valanghe pesantissime e lì servono piloni (non rugbisti, quelli delle sopraelevate) contro cui poter rimbalzare che reggano l’urto.
Per chi lo vede come pro, sappia che la Donna Masso, resta.
Resta come un cane fedele, come un familiare anche senza esserlo, come un mollusco contagioso a seconda del caso resta, quindi serve pensare bene se si ha voglia di averci a fare veramente o no.
I contro sono – quasi sempre – tutti gli aspetti in cui è carente rispetto alla Donna Piuma.
Poi tra i due gruppi c’è continuità, interscambiabilità e commistione a tratti, ma è pronto da mangiare adesso.