Dialoghi

“Ciao Turbo

“Ciao Tazza, come stai?”

“Bene, tu?”

“Bene dai… solo che stasera ho mangiato troppo e adesso mi sento un po’ così… troppa mozzarella”

“Ma non eri vegano?” 😂

“Siiii siiii, ma se avanza qualcosa della pizza di mia madre, che la ordina tirata ma non riesce mai a finirla…” 😏

“Ci sta ci sta, alla fine è più vegano non buttare cibo, che rifiutarsi di finirlo perché c’è della mozzarella” 🤔

“Infatti infatti. Solo che da quando è così raro che ne mangi, il formaggio mi gonfia… Non mi fa sentire benissimo mi sa” 😕

“È normale sai: quando smetti di mangiare determinati alimenti per lungo tempo, poi il tuo corpo smette di produrre gli enzimi per digerire quella roba lì. Per quello poi capita di sentirsi gonfi” 🤓

“Ah sì? Ma quanto ci vuole per smettere di digerirli bene?” 😕

“È una regolazione a medio termine… nell’ordine di settimane. Poi assunzioni molto ridotte a cadenza regolare, possono ripristinare le capacità digestive” 👍🏻

“Ah sì?!” 😯

“Sisi” 😌

“Chissà come starò allora, la prossima volta che mi capiterà di leccare una figa”.

😂😂😂

Dei derelitti e del cui pene

Qualunque sia la discussione in corso

a prescindere dal motivo del nervoso

quando una donna si inalbera, le viene suggerito di incrementare la fruizione di membri maschili.

Che, prima di offensivo, è patetico e disarmante a livelli siderali (unico accostamento fattibile tra pisello e cosmo: a dispetto della percezione maschile, il cazzo non occupa il centro dell’universo).

Ma parliamo del perché, insieme all’omeopatia con lo zucchero, si narra la leggenda di mistici poteri taumaturgici associati all’uso del pene.

Perché, sono sicura esistano, ma riguardano in schiacciante maggioranza, gli uomini.

Come spesso accade, gli uomini non centrano il punto della questione:

a essere figo, rilassante e auspicabile è l’orgasmo.

E, per la donna, l’orgasmo non si identifica certo con “pene”

per un semplice motivo:

tutte le terminazioni nervose che fanno divertire un casino gli omini,

nelle donnine stanno da tutt’altra parte.

Fatevene-una-ragione.

Le vostre stantuffate, non sono la cura a tutti i mali;

le vostre misure, sono praticamente irrilevanti;

la vostra convinzione di essere bravissimi è un ovvio mix di feedback falsati ed ego smisurato.

A questo proposito, voglio fare un appello:

DONNE! (O chiunque si senta coinvolto)

dateci un taglio a dire ai vostri uomini che siete venute, che sono bravissimi, che hanno il cazzo migliore del mondo.

No: anche se loro dicono lo stesso delle vostre tette per compiacervi, è sempre meglio la verità.

UOMINI!

Quando dite di una donna arrabbiata

che avrebbe bisogno di cazzo

tiratelo fuori e roteatelo in un signor elicottero

perché – se davvero vi volete immolare

è molto più realistico come obiettivo

il

farci

ridere.

Donne Piuma e Donne Masso

Tra le tante becere generalizzazioni dell’animo umano alle quali penso mentre aspetto trascorra l’irragionevole tempo di cottura del mio riso integrale, stavo riflettendo sulle donne.

Tutto pur di non stendere.

Gli esseri umani – come fossero lipidi – sono soggetti a piu criteri di classificazione, non sempre una esclude l’altra (un lipide più essere sia trigliceride che insaturo), a volte sì (un fosfolipide non è un trigliceride, stando alla chimica di terza agraria).

Scusate, è che in questo periodo sto dando ripetizioni.

Una delle classificazioni possibili del genere femminile, che altrove si ritrova sotto altre definizioni, è quella che individua due grandi gruppi: le Donne Piuma e le Donne Masso.

Le Donne Piuma sono – ma dai – le più lievi.

Ridono graziosamente, parlano musicalmente, vestono adorabilmente.

È raro che custodiscano universi interiori. Possono essere ricche di contenuti ma di norma ne possiedono solo l’indice, non diventano gravi se non in brevi periodi di emergenze insulse e ti calano davanti come cadendo dal cielo, leggiadre e svolazzanti

Specie se attorno c’è calma piatta, perché – si sa – le Donne Piuma seguono un po’ l’aria che tira, indipendentemente dall’origine della brezza: cambio di stagione, tempesta in arrivo o frullar di piselli.

I pro delle Donne Piuma sono immediati e gradevolissimi:  

la compagnia garrula ma non petulante

la prospettiva semplice e ottimista 

la linearità dei bisogni ai quali il mondo pare non faticare nel soddisfare.

Le Donne Piuma sono spesso una mano santa

 

I contro sono altrettanto facili da prevedere: spesso incostanti, per alcuni noiose, tendono ad apparire irreali e transitorie e forse è proprio così la loro natura, passeggera.

Probabilmente a ‘na certa la Donna Piuma s’appesantisce, s’inzuppa, cade. E pure lei diventa pesantina ma finché non accade esisterà sempre la possibilità che – da un giorno all’altro – con lo stesso candore con cui ti ha amato, ti guardi negli occhi dicendoti CIAONE.

E di solito è un CIAONE vero: l’arietta difficilmente restituisce le cose perdute.

Al contrario le Donne Masso, che cagano il cazzo te lo chiariscono – non dico da subito altrimenti sarebbero estinte – entro il primo terzo del film che ci si fa quando si conosce qualcuno di nuovo. 

 

Le Donne Masso possono essere granitiche e inerziali, a moto lento e implacabile sono capaci di arare qualunque cosa gli si piazzi davanti, ma sono una certezza a cui camminare a fianco; 

ma possono anche essere valanghe pesantissime e lì servono piloni (non rugbisti, quelli delle sopraelevate) contro cui poter rimbalzare che reggano l’urto.

Per chi lo vede come pro, sappia che la  Donna Masso, resta.

Resta come un cane fedele, come un familiare anche senza esserlo, come un mollusco contagioso a seconda del caso resta, quindi serve pensare bene se si ha voglia di averci a fare veramente o no.

I contro sono – quasi sempre – tutti gli aspetti in cui è carente rispetto alla Donna Piuma.

Poi tra i due gruppi c’è continuità, interscambiabilità e commistione a tratti, ma è pronto da mangiare adesso.