Cosa sarà mai, scrollarsi di dosso due mesi di panico, allarmismo, inedia, agitazione, picchi e depressione?
Cosa sarà mai raccogliere il coraggio e avviarsi, o magari no, ripartire o affondare, spettinarsi o imbellettare?
C’è chi lo fa da una vita, di cadere nei pozzi e rialzarsi, lasciarsi indietro un piede o due e ritrovarsi i pezzi sparsi negli angoli bui.
Per noi che abbiamo sempre avuto pandemie intermittenti nella testa e la necessità – ogni volta – di riprendere ciò che resta, sono mattine come le altre.
Per ripartire come si deve, senza una meta e senza pretese, rivolgetevi ai professionisti del rimbalzo dentro e fuori dalle crisi globali della mente. Farcela o no, è quasi tutta questione di come ci si sente.
Non mi riferisco alla pandemia in sé – diciamocelo: per qualunque addetto o affine al lavori, era chiamata da tempo – ma all’insana presa per il culo del destino.
Voglio dire: ti scuoti di dosso la depressione ricorrente, vai in terapia e impari a gestire i tuoi stati d’umore, la smetti di torturare le persone con la tua attitudine alla manipolazione
poi d’un tratto ti ritrovi obbligata a una vita pratica che era stata conseguenza di ogni tuo disturbo precedente: immobilizzata in casa, con un’unica finestra sul mondo (Internet) affacciata su un panorama schizoide e distopico, ben più malsano del solito, senza sapere cosa sta per succedere e come se ne potrà uscire.
Voglio dire: avevo appena ricominciato a respirare (letteralmente, non espandevo del tutto i polmoni da iniziò dicembre).
Senza contare la fortuna di essermi trovata a casa di Alck, quando la chiusura è cominciata.
Vantaggio: non essere sola.
Svantaggi: carico d’ansia doppio tra le quattro mura, alimentato da noi loschi figuri che non avevamo mai passato insieme più di 5-6 giorni alla volta.
Alla fine il bilancio è uscito positivo, ma è stato ed è abbastanza faticoso. Comunque, tra qualche giorno tornerò a casa mia e mi mancherà.
Nel frattempo ho scritto, ho vegetato, ho studiato, ho disegnato, ho cucinato con alterne fortune e mi sono infortunata a più riprese.
Segue fototestimonianza:
Sto provando a disegnare perché – fine ultimo – voglio farmi la copertina del romanzino
Giuro che è stato il letto ad avventarsi contro di me
Pensavo che fosse impossibile fare pane buono senza glutine, invece era solo scarso il forno a cui andavo
Comunque mi irrito facile
Ho ricevuto una bella notizia da una coppia di amici/parenti, un po’ ci somigliano!
Coltello su unghia, sullo sfondo il tagliere. Manca solo la cipolla