Sabato era arrivato e insieme il sostegno provvidenziale di un mio ex coinquilino e amico, Fum.
– Beviamo.
– Certo Tazza!

(Duomo di Ferrara, l’unica sua foto già sul mio telefono ha apposto un simpatico cartello che si rifà alla polemica dello scorso anno mossa dal Vescovo, il quale sosteneva che si consumassero orge immonde sul sagrato della chiesa a tarda notte.
Mah.
La freccia blu invece l’ho apposta io ed indica dove io e Fum ci siamo nascos bevuti un paio di bottiglie in attesa degli eventi)
E mentre li aspettavamo, gli eventi, questi si cancellavano da soli: il tizio di Tinder causa lavoro non era riuscito a partire per tempo, B causa cellulare scarico da un certo punto in poi – che sfortuna! – non era più riuscito a contattarmi.
– Fum!
– Dica
– Sfangata! Non devo beccare né l’uno né l’altro, beviamo!
– Certo Tazza!
Liberi di circolare senza dover temere incontri telefilmici ci spostiamo nel sottomura: una zona di prato appena fuori dal centro dove ogni estate allestiscono un grande palco per gruppi musicali e gazebo per bar che ci posizionano l’estivo.
Lì c’erano altri amici e tra bicchieri, una telefonata al tizio di Tinder (da qui in poi amichevolmente eliminato), una chiamata di B che nel frattempo era arrivato a casa e aveva riacceso il cellulare
( – Mi spiace che si sia spento il cellulare, volevo vederti..
– Non ti preoccupare
– Senti, resto in Italia un’altra settimana, ci vediamo?
– Ok, ci aggiorniamo
più sentito per mesi),
il viavai plasmava la compagnia.
Fum aveva ripiegato dopo la seconda Vodka, io ero rimasta con una compagna di squadra, alcuni del rugby e qualche loro ragazza.
Ero sollevata, ero sbronza e volevo ballare – perché ero sbronza – quindi continuavo a rompere l’anima ad amici e non perché mi seguissero sulla piccola pista affollata sotto ad uno dei gazebo, ma gli unici che mi assecondavano interdetti per più di cinque minuti erano due dei giovani, con i quali non avevo credo nemmeno mai parlato prima di quella sera.
Da sobria non sempre sono socievole.

Da sbronzi al punto giusto, tutto è bellissimo.
Gira-gira-gira eeeeeeh tutti frutti on rutti tutti frutti on rutti ua babluma baa ba ba oh guarda due nuove amiche eeeeeh massì importuniamo il trombettista perché suoni ancora tutta la notte uuuuuuh
C’era un tizio carino in pista, mi guardava, lo guardavo..
Almeno: credo di averlo guardato, ma l’alcool mi aveva sviato la convergenza oculare quindi mentre pensavo di sorridere a lui potevo benissimo stare ammiccando al lampione più vicino.
Una di quelle sere che finiscono che stai bene dentro, specie perché non sai come risulti vista da fuori.
Oh mi guarda no non mi guarda più tutti frutti on rutti tutti frutti on rutti ua babluma baa ba ba mi guarda no non mi guarda più mi guarda oh guarda sei ancora qui tu
La musica era cambiata, il gruppo che suonava sotto al gazebo stava per concludere la serata ed era il momento di qualcosa di più lento.
L’unico tra quelli che avevo trascinato rimasto in pista fino a quel momento, mi prende per la vita e iniziamo a girare insieme.
Ora, vorrei che immaginaste quanto possono essere obiettivamente antiestetici da vedere una tipa alta 1.82 affatto esile e un ragazzetto alto uguale ma talmente largo da risultare basso se visto da lontano perché quadrato.
Ma a noi sticazzi: noi ballavamo, ballavamo malissimo e ridevamo, forse abbiamo anche lussato qualche spalla a chi ci capitava a tiro perché eravamo brilli e sgraziati e completamente assorbiti dall’arduo compito di non rovinare a terra.
Continuando a girare, ridere e probabilmente fare feriti in quell’equilibrio precario, mentre penso “Ma guarda com’è socievole questo ragazzetto gigante, quattro anni che lo vedo in corridoio, mai detto manco ciao”
mi pianta un limone.
Oddio.
Bel limone però.
Ma quanti anni ha..?
Finisce la musica, mi sposto verso le panche per riavermi, lui mi segue e si siede di fianco a me:
– Dai dammi il tuo numero!
Il numero..? Esiste ancora qualcuno che chiede il numero dopo un limone..?
– Ok, tieni
– Ti do il mio
– Vabè fammi uno squil..
– Sisi ti faccio uno squillo, ho capito, sei troppo avanti
Mi prende anche in giro questo, oh!
– Scusa ma.. quanti anni hai?
– Quasi 23! Tu?
– Lascia perdere
Diocristo.