Adozioni omogenitoriali, checcazzo

Posto che l’argomento immediatamente precedente – il matrimonio gay – non dovrebbe neanche essere discusso perché mi pare ovvio e scontato che sia sacrosanto diritto di chiunque sposarsiaccoppiarsiinnamorarsi con chi accidenti gli pare purché entrambe le parti siano vigili, consenzienti e non mostrino inclinazioni politiche di estrema destra
(ognuno ha i propri razzismi)
e che la Pubblica Amministrazione dovrebbe muoversi nei confronti delle esigenze dei cittadini anziché cagare il cazzo
(o almeno, così mi hanno detto alle superiori)
mi rendo conto che la questione delle adozioni omogenitoriali sia fisiologico muova certe corde dell’opinione pubblica.

Le corde vocali di chi dovrebbe attaccare il cervello prima di parlare.

In base al solito principio per il quale avere un intestino non rende gastroenterologi
essere parte di un nucleo familiare non rende onniscienti in materia.

Dato che l’Associazione Italiana Psicologi e la Pediatrician American Association – e un sacco di altri enti specializzati in giro per il globo che non sto ad elencare perché sono tutti concordi – hanno statisticamente rilevato che i bambini cresciuti da coppie omogenitoriali stanno uguale-uguale a quelli cresciuti dalle coppie etero

perché non sono i genitali dei genitori che rendono tale una famiglia

mi chiedo che cazzo ci sia ancora da stare a rompere i coglioni.

Estensioni e puntualizzazioni:

1 – La statistica  non inventa: può essere utilizzata in modo fraudolento per mostrare correlazioni inesistenti, come questo sito che fa straridere chiarisce miss america
(Variazione dei valori dell’età di Miss America accoppiati alla variazione del numero di omicidi con vapori caldi ed oggetti bollenti, credo.. quello che fanno gli antivaccinisti)
ma nel caso delle famiglie omogenitoriali è emerso senza ombra di dubbio che i parametri su cui si valuta il benessere del minore non c’azzeccano una minchia con le patate o le carote e il loro assortimento nelle mutande parentali

2 – qualunque altro aspetto di vita di una famiglia nei limiti delle leggi imposte dallo stato, non sono affari altrui.

lego

(poi vi parlerò dell’ossessione per i lego del mio coinquilino)

16 pensieri su “Adozioni omogenitoriali, checcazzo

  1. Sì sì concordo anch’io. Questo è un argomento che dovrebbe essere trattato da chi è parte in causa, cioè appunto gli omosessuali. Che poi va detto che non tutti la pensano allo stesso modo, io ad es. ho un amico omosessuale che sostiene che permettere ad una coppia omo di adottare un bambino non è cosa giusta. Ma sono dell’idea che ciascuno dovrebbe poter essere libero di comportarsi come meglio crede.

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  2. Mi diverte tanto il tuo modo cosi’ poco politically correct di prendere posizione. D’altronde mi avevi gia’ colpito alla prima occasione, col pacatissimo brano sui vaccini.
    Trovarmi d’accordo con te e’ una fortuna 🙂
    ml

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  3. La questione è che stanno alzando un polverone immane non tanto sulle adozioni in genere, ma su quelle del figlio del/la partner (leggasi “figliastro”). Visto che parli di statistiche, questa inciderebbe – in relazioni dello stesso sesso – per circa 500 coppie in Italia.
    Stiamo parlando di aria fritta …….

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    • Aria fritta sarà per te che non fai parte di una di quelle famiglie, che siano 500 o meno

      – e secondo le associazioni arcigay sono ben di più –

      o per chi prova gusto o indifferenza per le discriminazioni.

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      • Ah scusami, la stessa espressione normalmente la sento usare dai detrattori dell’argomento e mi incazzo facile.

        Comunque una ricerca di Marina Bellanti dice che si stima siano 100 000 i bambini interessati da questo argomento, su dati del 2005

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  4. Temo che il nocciolo della questione dipenda dal considerare ancora, in modo antiquato, i figli come il “prodotto” di una coppia. Credo che abbia a che fare con la visione maschilista della società italiana, permeata di cattolicesimo spinto. Il ruolo della donna diventerebbe smisurato se si considerasse la realtà nuda e cruda, cioè che i figli li fanno le donne. Questo è impensabile, sarebbe una resa: quindi, invece di guardare a quella che è lo stato di cose attuale, in cui ci sono donne e uomini che si tirano su i figli in perfetta solitudine, senza partner di sorta, si continua ad esaminare una visione ideale da fiaba parecchio antiquata, pretendendo di adattare le leggi ad una favoletta in cui mamma e babbo si vogliono bene tutta la vita e mettono al mondo i figli per amore dopo essersi sposati. Il massimo dell’avanguardia è prevedere la possibilità di “unirsi civilmente”, invece che sposarsi mascherati in bianco e nero in presenza di 200 invitati. Tutto il resto è pura trasgressione. Non mi piace l’idea dell’adozione ai gay, ma perché ho visto adozioni fallimentari agli eterosessuali: tuttavia, riconosco che, un padre o una madre, abbiano il diritto di far crescere i loro figli con una persona di fiducia, nel caso succedesse loro qualcosa ed è sicuramente meglio che farli finire in famiglie di perfetti estranei. Ma, per essere tanto “lungimiranti”, bisognerebbe ammettere che i figli non sono più il risultato di una coppia. E siamo daccapo al nocciolo della questione.

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    • Beh in realtà da che mondo è mondo, nella pratica quotidiana, i figli non sono così legati al concetto di coppia.

      Penso alla mia famiglia: i miei sono divorziati e sono stata con la nonna da sempre, la mia bisnonna è stata a sua volta cresciuta dalla propria nonna perché orfana, i figli decenni addietro venivano spediti fin da piccoli a destra e manca con grande agilità, le ragazze madri ci sono sempre state etc.

      Secondo me è più una questione d’immagine che la classe governante deve mantenere: una volta si poteva fare un po’ il cazzo che si voleva, oggi è tutto talmente burocratizzato che senza leggi specifiche non è più possibile fare come si faceva già da mó.

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      • Ah, non lo dica a me: le mie ave materne hanno mandato tutte al diavolo i loro moscissimi o fedifraghi mariti, si sono rimboccate le maniche e hanno tirato su i figli da sole. Però devo ammettere che non sono venuti su tanto normali. La cosa doppiamente ridicola è far finta che i genitori abbiano entrambi la stessa voce in capitolo. In realtà è così solo in teoria. Mica siamo in Svezia. E sì, ha ragione, c’è la volontà di mantenere tutto questo inalterato.

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