La felicità è un piatto che si scalda da solo

Mentirei se dicessi che non mi manca ogni tanto Alck. Il fatto che ci siamo sentiti spesso in questi giorni, e che regolarmente sia finita con me che gli scrivevo in fila tutti i motivi per cui non ne potevo più, ha certamente mitigato la sensazione. (È lui che se le cerca: mi ha scritto un pippone infinito ripetendomi ANCORA le stesse menate senza senso. Ho fatto lo screen parte per parte con le minchiate sottolineate e commentate).

Mentirei anche se dicessi che non mi sento felice.

Sono felice per la prima volta dopo tanto tempo, letteralmente entusiasta, probabilmente un po’ delirante.

Ho ripreso in mano il mio primo manoscritto, iniziato tre anni fa. Iniziato, per essere precisi, come un kolossal cinematografico che mi si proiettava da solo, inarrestabile, nella testa mentre studiavo fisiologia.

Alck, il quale – per dirla tutta – non ama leggere, aveva commentato le prime pagine che gli avevo fatto leggere con un “Ma fa schifo”.

Stavamo insieme da pochi mesi, non gliel’ho mai perdonata, questa uscita. Mi tornava in mente ciclicamente. Sapevo che aveva torto (non fa schifo, magari piacerà solo a me ma non fa schifo, checcazzo).

Comunque, il suo disprezzo per qualcosa che amavo da morire, me lo aveva fatto gradualmente accantonare, insieme al fatto che il senso di rifiuto costante mi prosciugava qualunque spinta in generale. E poi la psicoterapia mi aveva distratta; distrazione che, insieme alla sensazione di disvalore, mi aveva convinta di non essere più in grado di proseguire.

L’ho riaperto due giorni dopo averlo lasciato. Il sollievo nel vedere che la terapia non aveva intaccato proprio niente (dato che era uscito dal disordine ingestibile del mio cranio, e che la terapia lo aveva un poco riordinato, era qualcosa che non volevo affrontare) è stata una sensazione incredibile.

Comunque non avevo mai smesso di appuntarmi cose che mi venivano in mente, da inserire: dialoghi, nodi d’intreccio, spiegazioni e cose così.

Adesso sto tirando fuori tutto, che è anche uno dei motivi per cui ho voluto venire a stare in questo appartamento: mi serve spazio. E lo spazio lo sto occupando così

In tarda mattinata mi sono seduta con l’idea di andare avanti per un paio d’ore, ho così tanto da fare! Leggere il materiale scritto, tirare fuori gli appunti, colmare i buchi nella trama… che non è difficile: è una cosa che va da sola. Mi faccio una domanda e magicamente so la risposta, senza bisogno di esitare. I pezzi che ancora mancano – sono certa – arriveranno almeno a mano che avrò rifinito l’incastro dei precedenti.

Ho iniziato a scriverlo di getto, più di 200 pagine scritte in piccolissimo (le prime 14, trasformate in cartelle editoriali, sono diventate 25, per dire), quindi editorialmente parlando, saranno circa il doppio, senza contare gli appunti. Ok, mentre scrivo penso che forse sono un po’ troppe, ma sarà bellissimo! Almeno, per me.

Sistemare tutta ‘sta roba è mastodontico, ma non riesco a esprimere come mi sento mentre lo faccio… mi sento come mi sono sentita a leggere i libri che ho amato di più, tutto insieme!

Dicevo, mi sono messa lì con l’idea di usare due ore e ho tirato su la testa che ne erano passate più di quattro. Inclusa quella di pranzo.

Adesso che ho scritto questo post sul cellulare, gettando ogni tanto uno sguardo sognante alle mie pareti, corro a mangiare che poi ho da fare!

Ah, sull’altra parete procede anche il piccolo romanzino iniziato un anno e mezzo fa, stesso discorso che vale per il primo: adesso ho appesa sui muri un sacco di felicità!

14 pensieri su “La felicità è un piatto che si scalda da solo

    • Credo di stare già facendo una sorta di editing… avevo già scritto oltre 200 facciate, le quali – trasformate in cartelle editoriali – escono praticamente voluminose il doppio (ora mi viene in mente che devo averlo scritto nel post).

      Sto rileggendo e tirando giù lo schema di ogni capitolo (ho scritto tutto di getto) e segnando dove devono andare i richiami, quanto un argomento dev’essere seminato prima di emergere, decidendo l’ordine preciso degli avvenimenti.

      È complicatissimo da un lato, dall’altro succede… da sé.
      Sono al secondo capitolo, il primo mi sembra perfetto. Quando lo rileggerò, più avanti, spero di trovarlo ancora così 😂

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  1. Periodicamente passo da questo blog per vedere se hai scritto qualcosa, so che esistono i feed, le notifiche e quant’altro ma sono troppo anziano per capirci qualcosa. E ogni volta ti leggo, silenzioso, sempre con gran piacere.
    Come con gran piacere leggerei volentieri i tuoi manoscritti/romanzi

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